Dopo aver aiutato oltre 1900 operatori sanitari in Italia con la propria professione medica ho cominciato a chiedere loro le motivazioni che li hanno spinti ad impegnarsi in quello che fanno.
La risposta più comune è stata la gratitudine dei pazienti nei loro confronti.
Di sicuro è un pensiero nobile che motiva molti medici ad andare avanti nella loro professione.
Il problema è che proseguendo negli anni del proprio lavoro spesso ci si imbatte in un grande ostacolo che sovrasta tutto il resto: il burnout.
Gli effetti del Burnout?
Il burnout è un problema più comune di quanto si possa pensare che può avere conseguenze anche gravi sulla salute di chi lo vive.
Un noto studio della Mayo Clinic ha rilevato che il 54,5% dei medici mostra almeno un sintomo di burnout.
Quel numero è salito del 10% in soli 3 anni.
È importante ricordare che il burnout del professionista non è solo un male per i medici. È un male anche per i pazienti.
La ricerca mostra una relazione dannosa tra burnout del medico e sicurezza del paziente proprio perché il medico in burnout tende a cambiare inconsciamente le proprie interazioni con i pazienti.
E questo non vuole in alcun modo essere un’accusa contro gli operatori sanitari, anzi, vuole essere uno spunto da cui partire per tutelare la salute dei professionisti.
Le cause
Le cause del burnout sono varie: disorganizzazione nella propria attività, cartelle cliniche mal progettate che creano confusione, costanti impegni e doveri a cui adempiere e tanti altri piccoli tasselli che sommati insieme causano dei danni al medico.
In generale i medici in burnout descrivono la loro situazione come “trovarsi in una ruota del criceto da cui non riescono ad uscire”.
Questo provoca i classici sintomi da burnout:
- Costante stanchezza
- Apatia
- Nervosismo
- Insonnia
Qual è la soluzione al burnout?
In generale il modo per prevenire e curare il burnout è un bilanciamento tra vita privata e vita lavorativa.
Rispettare gli orari di lavoro, avere un giusto riposo e dedicare del tempo nel coltivare le proprie passioni permette di diminuire sensibilmente i rischi di burnout.
Questo è possibile, però, esclusivamente se l’organizzazione dei propri impegni lavorativi è sistematica e precisa.
Avere, ad esempio, una cartella clinica cartacea difficile da consultare e disorganizzata (anche se sembra una piccolezza) nel lungo termine influisce molto sullo stato mentale e bilanciamento del medico.
La tecnologia contro il burnout
Negli ultimi anni con la mia azienda innovativa, ArzaMed, abbiamo sviluppato delle soluzioni concrete per permettere al medico di praticare la propria professione in serenità gestendola senza rischiare di incappare in problemi futuri.
Gli strumenti che abbiamo sviluppato per semplificare l’attività del professionista sanitario sono:
- L’agenda digitale ArzaMed che consente di gestire gli impegni e le disponibilità del medico, completamente in digitale.
- La cartella clinica cloud ArzaMed che è un archivio digitale della documentazione. Questo per avere lo storico dei pazienti a portata di click in tempo reale.
- La gestione della fatturazione e della burocrazia. Questo ha permesso agli studi, centri e poliambulatori che utilizzano ArzaMed di diminuire il tempo impiegato ad adempire le pratiche burocratiche ed avere più tempo per i propri pazienti e per sè.
Questi 3 strumenti, uniti ad altre funzionalità aggiuntive, hanno dato vita al nostro software gestionale ArzaMed.
Gli studi, centri e poliambulatori che lo usano hanno riscontrato almeno un 20% di tempo risparmiato su pratiche burocratiche e organizzative.
Tutto ciò sta permettendo a più di 1873 operatori sanitari italiani di avere più tempo per dedicarsi ai propri pazienti e alle proprie passioni senza rischiare di incappare nel burnout.
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